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Training di abilità sociali
di Enrico Micheli

LEZIONE 1

  • Arrivo al centro e punto di ristoro in cucina.
  • Sistemazione in classe. Ad ogni ragazzo viene consegnata la cartelletta personale del corso, contenente il calendario delle lezioni, il programma della giornata, una scheda di autocompilazione di raccolta dati, una tessera di presenza che alla fine della lezione sarà controfirmata. Si legge il programma.
  • Gioco con un educatore. Si formano sei coppie, ciascuna composta da un ragazzo e un educatore. In questa prima lezione, la scelta dei giochi non è affidata ai ragazzi ma è fatta dallo psicologo sulla base delle informazioni raccolte durante l'assessment di valutazione in riferimento ai giochi sociali conosciuti dai ragazzi. Due coppie giocano a dama, due a carte (rubamazzetto) e due a memory. Compito degli educatori è quello di ricordare o rispiegare al ragazzo le regole del gioco, di fargli rispettare i turni di gioco, di aiutarlo o correggerlo nei momenti di difficoltà, di assicurarsi che la partita venga finita e il ragazzo capisca chi è il vincitore.
  • Gioco con un compagno. Si formano tre coppie, ciascuna composta dai due ragazzi che precedentemente, ciascuno con un proprio educatore, hanno giocato allo stesso gioco (fanno quindi coppia i due che hanno giocato a dama, i due che hanno giocato a carte, i due che hanno giocato a memory). L'educatore farà da supervisore, con i compiti che aveva già prima, ma dovrà cercare di intervenire il meno possibile e solo nei momenti in cui è assolutamente necessario. Dopo questa attività i ragazzi compilano la scheda di raccolta dati: si richiede di scrivere nome e cognome, indirizzo, e di dare alcune informazioni a piacere su di sé.
  • Attività di tempo libero. Lo psicologo scrive alla lavagna le attività che è possibile svolgere in cortile e quelle che è possibile fare in classe, chiedendo poi a ciascun ragazzo di scegliere l'attività preferita. Sia le attività esterne che quelle interne hanno un responsabile di cui i ragazzi vengono informati e a cui possono fare riferimento in caso di necessità.
  • Break in cucina, merenda e conversazione.
  • Attività di apprendimento.
  • Si organizzano due giochi: indovinare l'emozione espressa da una certa mimica facciale, ed esprimere con la faccia un determinato sentimento. Primo gioco: lo psicologo scrive alla lavagna le sei emozioni base (sorpresa, disgusto, rabbia, paura, allegria, tristezza); poi dice ai ragazzi che cercherà di mimare con il volto una di queste emozioni; chi capisce di quale sentimento si tratta deve alzare la mano e scriverlo su un foglio, senza però dirlo agli altri. Si dà un punto a chi ha rispettato le regole e ha indovinato, mentre si toglie un punto a chi, pur avendo indovinato, non si è attenuto alle regole. Secondo gioco: ora tocca ai ragazzi mimare le emozioni con il volto: un ragazzo scrive su un foglio l'emozione che intende esprimere, poi atteggia la sua faccia di conseguenza e gli altri devono indovinare di che si tratta. Le regole sono le stesse del gioco precedente. Se nessuno indovina, il ragazzo ha una seconda possibiltà e può rifare la stessa emozione o mimarne una nuova. Ciascuno si guadagna il punto tutte le volte che si fa indovinare; chi indovina va al centro a mimare.
  • Gioco finale. Tutti al centro della classe; le persone si muovono nella stanza a ritmo di musica facendo girare il più velocemente possibile un fazzoletto di mano in mano. Quando la musica si interrompe, chi ha il fazzoletto in mano è eliminato. L'unico che rimane vince.
  • Saluto. Provate a mettervi davanti allo specchio a mimare con il volto le sei emozioni di base. Vi renderete probabilmente conto di quanto sia difficile, in alcuni casi (pensate alla sorpresa, alla paura, alla rabbia), atteggiare intenzionalmente il volto ad emozioni che invece esprimiamo in modo assolutamente adeguato nelle nostre manifestazioni spontanee. L'uso che facciamo di strumenti comunicativi non verbali è quindi anche per noi caratterizzato da scarsa padronanza e scarsa consapevolezza. Nei soggetti autistici, che spesso hanno anche nell'espressione spontanea una mimica poco adeguata delle loro emozioni, questa scarsa padronanza e consapevolezza sono ancora più marcate. I ragazzi infatti hanno trovato molto impegnativo il compito di mimare intenzionalmente con il volto un sentimento su richiesta dello psicologo, e molto spesso la loro capacità espressiva è stata affidata all'uso di tutto il corpo (con gesti e movimenti di mani e braccia) piuttosto che a quello del volto, che restava a volte piuttosto amimico.

LEZIONE 2

  • Arrivo al centro e punto di ristoro in cucina.
  • Sistemazione in classe.
  • Dopo che lo psicologo ha fatto da modello, dicendo chi è e che lavoro fa, ciascun ragazzo si presenta agli altri con l'aiuto delle schede di presentazione compilate nella lezione precedente; subito dopo ognuno firma il registro delle presenze.
  • Gioco con un compagno
  • Stesse coppie e stessi giochi della lezione precedente.
  • Attività con un educatore
  • Ciascun ragazzo sceglie un gioco o un'attività da fare con il proprio educatore.
  • Attività di tempo libero.
  • Break in cucina, merenda e conversazione.
  • Attività di apprendimento.

Si organizzano cinque giochi: gioco dello specchio, esprimere con la faccia un determinato sentimento, gioco della scatola magica, gioco dei gesti, riconoscere una persona al tatto.
Primo gioco: si formano sei coppie, ciascuna composta da un ragazzo e da un educatore; il ragazzo è lo specchio dell'educatore e quindi deve riprodurre ogni suo gesto e ogni sua espressione.
Secondo gioco: come lezione precedente.
Terzo gioco: un contenitore vuoto diventa una scatola magica da cui ciascuno può pensare di estrarre qualsiasi cosa e di mostrarla agli altri con l'uso dei gesti. Lo psicologo comincia il gioco fungendo da modello per i ragazzi, che devono indovinare cosa ha estratto; poi passa la scatola al ragazzo che gli è seduto a fianco, il quale deve riprodurre il gesto dello psicologo e quindi estrarre un'altra cosa da mimare. Si procede fino a che tutti i ragazzi hanno rappresentato con i gesti la funzione o la forma della cosa che hanno estratto dalla scatola magica.
Quarto gioco: comunicare qualcosa ad un'altra persona utilizzando solo i gesti. Su suggerimento dello psicologo, ciascun ragazzo dice gestualmente qualcosa al compagno che ha a fianco.
Quinto gioco: riconoscere una persona al tatto. A turno, ogni ragazzo viene bendato e fatto girare su se stesso in modo da disorientarlo; quindi viene condotto davanti ad un compagno o un operatore: il ragazzo deve cercare di riconoscere di chi si tratta servendosi solo delle informazioni raccolte col tatto.

  • Gioco finale.
  • Saluto.

La presentazione di sé è una delle abilità sociali più importanti, in quanto rappresenta il primo approccio per la costruzione di una relazione con una nuova persona. Tale abilità implica la capacità di prendere l'iniziativa in una conversazione, o comunque la capacità di rispondere in maniera adeguata all'iniziativa dell'altro. E' chiaro quindi che il compito di presentarsi, proprio per la sua valenza sociale e per le abilità comunicative che richiede, è causa di grosse difficoltà per i soggetti autistici. I ragazzi del corso infatti, pur potendo disporre di un modello di presentazione (lo psicologo), non sempre sono stati capaci di eseguire il compito in modo adeguato, manifestando a volte dei comportamenti bizzarri, a volte l'incapacità, o la difficoltà, a fornire più di un'informazione oltre al semplice nome.
LEZIONE 3

  • Arrivo al centro e punto di ristoro in cucina.
  • Sistemazione in classe.
  • Questa è la prima lezione di due ore e mezza, e quindi è prevista la merenda in un ambiente esterno al C.T.R. Il gruppo fa conversazione sulle novità della giornata (il break al bar, l'assenza dello psicologo).
  • Gioco con un compagno.
  • Le coppie sono le solite, e la scelta del gioco da fare da questa lezione in avanti spetta a loro.
  • Attività con un educatore.
  • Attività di tempo libero.
  • Attività di apprendimento: "Andiamo al bar".
  • Il gruppo, guidato dall'insegnante, fa conversazione su cosa si fa in un bar, come ci si comporta, che cosa si può ordinare. Alla lavagna viene appesa una piantina del bar dove si andrà a fare merenda; una piantina viene consegnata anche a ciascun ragazzo. Segue la descrizione del bar.
  • Break con merenda al bar.
  • I ragazzi vengono accompagnati al bar da due operatori. Ai ragazzi è consentito di sistemarsi dove vogliono e accanto a chi vogliono. La commessa del bar passa da ciascun ragazzo per raccogliere le ordinazioni. Compito dei due educatori è favorire al massimo la conversazione di gruppo. Si torna tutti assieme.
  • Attività di apprendimento.
  • Si organizzano tre giochi: gioco dello specchio, gioco della scatola magica, riconoscere una persona dalla voce.
  • Primo gioco: il gioco è lo stesso della lezione precedente, con l'aggiunta dell'alternanza del turno fra ragazzo e operatore nel fare da specchio (non è più solamente il ragazzo a fare da specchio all'operatore, ma è anche l'operatore a fare da specchio al ragazzo). La consegna è di concentrarsi soprattutto sulle espressioni del volto.
  • Secondo gioco: come lezione precedente.
  • Terzo gioco: come lezione precedente, con l'unica variabile che il riconoscimento deve avvenire non più al tatto, ma solamente ascoltando la voce della persona che deve essere identificata.
  • Gioco finale.
  • Saluto.
  •  
  • Tutti in fila indiana, uno dietro l'altro, lungo il breve tragitto che portava dal C.T.R. al bar; e anche all'interno del bar stesso, al momento delle ordinazioni, i ragazzi si sono disposti in un modo per noi anomalo o bizzarro, che di certo non favoriva la conversazione (ciascuno ha occupato un tavolo diverso). Il momento della merenda ha messo in evidenza tutte le difficoltà sociali di questi ragazzi; un momento particolarmente divertente c'è comunque stato quando Orlando si è messo a ridere a causa di una bizzarra domanda rivolta da un altro ragazzo ad un operatore ("Ma tu conosci tuo padre?"), dimostrando di averne capito la stranezza e di riconoscere l'ovvietà della risposta.

LEZIONE 4

  • Arrivo al centro e punto di ristoro in cucina.
  • Sistemazione in classe.
  • Gioco con un compagno.
  • Attività con un educatore.
  • Attività di tempo libero.
  • Break in cucina, merenda e conversazione.
  • Attività di apprendimento.
  • Si organizzano tre giochi: raccontare un episodio o un evento in cui si è provata una certa emozione, gioco del cosa è cambiato, gioco del guardarsi negli occhi.
  • Primo gioco: lo psicologo riscrive alla lavagna le sei emozioni di base; per ciascuna di esse, chiede ad ogni ragazzo di raccontare verbalmente un episodio in cui ha provato quella emozione. Si tratta quindi di un esercizio verbale (per esempio: "dimmi una volta in cui hai provato rabbia"); poiché questo esercizio può risultare difficoltoso per i ragazzi autistici, per ogni emozione è stato fornito prima un esempio di risposta dall'aiuto insegnante.
  • Secondo gioco: il gioco del cosa è cambiato prevede che due ragazzi si mettano al centro della classe l'uno di fronte all'altro; ad uno viene detto di guardare attentamente il compagno e poi di girarsi dandogli le spalle; a questo punto il compagno deve modificare qualcosa nella sua figura (togliersi un orecchino, gli occhiali , alzare una manica del maglione…); dopodichè il ragazzo viene invitato a girarsi e ad indovinare che cosa è cambiato nel compagno. Quando indovina, tocca a lui modificare qualcosa su di sé e un nuovo compagno deve indovinare che cosa è cambiato in lui.
  • Terzo gioco: si formano sei coppie, ciascuna composta da un ragazzo e da un educatore, i membri di ogni coppia devono guardarsi negli occhi per 30 secondi. Compito dell'educatore è rinforzare il ragazzo nello svolgimento del compito ed eventualmente ricordargli la consegna ("guardami").
  • Gioco finale.
  • Saluto.

L'uso adeguato dello sguardo è un'abilità non spontanea nei soggetti autistici e spesso molto difficile da imparare: il gioco del cosa è cambiato aveva appunto lo scopo di "obbligare" i ragazzi ad utilizzare lo sguardo in maniera appropriata e funzionale per un tempo sufficientemente lungo da consentire loro di raccogliere delle informazioni sulle persone presenti nella stanza. La mancanza di sguardo diretto verso gli altri è infatti una delle manifestazioni più frequenti all'interno della sindrome autistica, e rende particolarmente difficile l'uso della vista come strumento di conoscenza sociale, di conoscenza cioè non solo del mondo materiale, ma anche delle persone che lo abitano.
LEZIONE 5

  • Arrivo al centro e punto di ristoro in cucina.
  • Sistemazione in classe.
  • Gioco con un compagno.
  • Attività con un educatore.

Ogni ragazzo sfoglia una rivista con il proprio educatore fino a trovare una foto o un'immagine interessante: questa deve servire da spunto per una conversazione tra i due che segua lo schema di una traccia consegnata a ciascun operatore. La traccia prevede la formulazione di domande aperte secondo turni ben precisi (l'operatore fa una domanda, il ragazzo risponde e fa una domanda a sua volta; e così di seguito). Compito dell'operatore è di incoraggiare e aiutare il ragazzo a formulare delle domande, in modo che impari a portare avanti una conversazione con un'altra persona.

  • Attività di tempo libero.
  • Attività di apprendimento: "Andiamo al bar".
  • Break con merenda al bar.

Come lezione 3. La differenza sostanziale è che i ragazzi non si muovono in gruppo, ma vanno e tornano dal bar da soli per imparare a muoversi nell'ambiente in modo il più possibile autonomo. Gli educatori seguono a distanza e si riuniscono ai ragazzi solamente dentro al bar e successivamente in aula.

  • Attività di apprendimento.
  • Si organizzano cinque giochi, tutti già conosciuti dai ragazzi, per fare un ripasso delle cose imparate fino a questo momento: gioco del cosa è cambiato, gioco del guardarsi negli occhi, gioco della scatola magica, esprimere con la faccia un determinato sentimento, raccontare un episodio o un evento in cui si è provata una certa emozione.
  • Giochi finali.

Oltre a quello del fazzoletto (lezione 1) si introduce un gioco nuovo: tutte le persone, eccetto una, si sistemano in cerchio al centro dell'aula; la persona che è rimasta fuori si muove in senso orario attorno al cerchio finchè tocca qualcuno sulla schiena. Chi viene toccato deve lasciare la sua posizione e cercare di recuperarla correndo attorno al cerchio nella direzione opposta rispetto a chi l'ha toccato. Vince chi per primo arriva alla posizione lasciata libera; l'altro resta fuori e il gioco ricomincia.

  • Saluto.
  • Il momento dei giochi collettivi finali è stato uno dei più gioiosi e riusciti in ciascuna lezione. Tutti i ragazzi hanno dimostrato di non avere difficoltà nel comprendere delle semplici regole di gioco, e alcuni di loro hanno dato segno di divertirsi veramente, di trovare gusto nel gioco e di aver voglia di vincere. A questo proposito, ci sono stati anche degli intenzionali tentativi di "imbroglio", come quando Stefania, pur di arrivare prima del suo avversario ad occupare la posizione rimasta libera, ha accorciato il tragitto che doveva percorrere.

ABILITA' SOCIALI
LEZIONE N.6
Temi principali:
conversazione con un educatore
esercizi per aumentare il contatto oculare
esercizi di interpretazione di gesti strumentali e sociali
Svolgimento della lezione
- Arrivo al Centro ed accoglimento secondo la routine consolidata
- Sistemazione in aula e conversazione iniziale
*1 - In aula
*1 - "Vediamo oggi chi vince": gioco in coppia con un compagno
*2 - Conversazione con un educatore
*2 - Ogni ragazzo in coppia con un educatore sfoglia libri, riviste o disegna. L'educatore intavola una conversazione basata su quanto il ragazzo sta facendo, promuovendo la comunicazione spontanea ponendo al ragazzo domande aperte
- Attività all'aperto
- Break in cucina e conversazione
*3 - In aula: esercizi di comunicazione non verbale, per migliorare il contatto oculare, per riconoscere gesti strumentali o sociali
*3 - "Cosa è cambiato": in coppia, uno dei due ragazzi modifica un particolare del proprio abbigliamento, il compagno dovrà indovinare la modificazione prodotta
- Sostenere lo sguardo: in coppia i ragazzi guardano direttamente negli occhi il compagno per quindici secondi
- Il conduttore al centro del gruppo invita ad indovinare il significato di gesti quali ad es. "Vieni" facendo cenno con il dito indice - "Attento!" minacciando con il dito indice - "Guarda" indicando con il dito indice
Gli esercizi volti ad aumentare l'abilità di mantenere
il contatto oculare con un interlocutore sono spesso fonte di ansia nei ragazzi colpiti da autismo. Infatti l'evitamento dello sguardo o la labilità con cui il contatto viene mantenuto sono una delle caratteristiche del quadro sindromico.Tuttavia i ragazzi del corso non hanno mostrato di avere avuto particolari difficoltà, tant'è che si è passati dai trenta secondi iniziali al minuto finale. C'è da notare che il sostenere lo sguardo, senza batter ciglio, per un minuto, a volte anche per chi non ha problemi può essere faticoso se non difficoltoso.
- Gioco collettivo finale e saluto
LEZIONE N.7
Temi principali:
attività in coppia con un compagno
riconoscere emozioni e sentimenti in spezzoni di film
consumare una merenda presso un locale pubblico
Svolgimento della lezione
- Arrivo al Centro ed accolgimento secondo la routine consolidata
- Sistemazione in aula e conversazione iniziale
*1 "Vediamo oggi chi vince"
*1 Vedi la Lezione N°6
- Gioco libero all'aperto
*2 Riconoscere sentimenti ed emozioni in spezzoni di film
*2 Si sono visionati fotogrammi di film in cui gli interpreti esprimevano emozioni quali: felicità, tristezza, rabbia, stupore e paura. I ragazzi al termine di ciascun spezzone dovevano dire di quale sentimento si trattava nel fotogramma visionato
E' seguita una conversazione in cui ognuno era invitato a raccontare in quali situazioni avevano provato sentimenti analoghi
*3 Consumare un break in un locale pubblico
*3 Il gruppo si è recato, a piedi, da Mc Donalad's un locale distante circa un chilometro, il percorso è stato un utile momento per esercitare abilità di autonomia e di comportamento adeguato all'esternounito all'esercizio di routines sociali (accomodarsi ai tavoli, ordinare, aspettare la consumazione, ringraziare, salutare) e di conversazione in un locale pubblico
L'uscita collettiva da Mc Donald's ha dato modo di osservare e registare il comportamento dei ragazzi in situazioni sociali. E' interessante notare che, ai comportamenti corretti ed adeguati tenuti sia durante il percorso che dentro il locale, non hanno corrisposto altrettanti comportamenti che denotassero un interesse sociale per l'esperienza che il gruppo andava facendo. Quasi che lo scopo dell'uscita, che pure il gruppo aveva proposto, non fosse tanto lo stare assieme in un luogo piacevole, quanto il mangiare cose diverse rispetto alle merende fatte al momento del break al Centro. Tant'è che, una volta ordinata la consumazione, la conversazione e lo scambio di opinioni su quanto stava accadendo è sempre stata sollecitata dal conduttore del gruppo.
- Gioco collettivo finale e saluto
LEZIONE N.8
Temi principali:
conversazione con un educatore
allenamento al problem solving sociale
Svolgimento della lezione
- Arrivo al Centro ed accoglimento secondo la routine consolidata
- Sistemazione in aula e conversazione iniziale
*1 Gioco a coppie: "Vediamo oggi chi vince"
*1 Vedi la lezione N°6
*2 Conversazione con un educatore
*2 Vedi la lezione N°6
- Gioco libero all'aperto
- Break in cucina e conversazione
*3 Allenamento al Problem Solving sociale
*3 Si sono visionati spezzoni di film che presentavano situazioni di comportamento sociale paradossali e comiche (tratti da pellicole di Stanlio ed Ollio, Charlot e Totò)
I ragazzi sono stati invitati a descrivere la scena che più li aveva colpiti, ad indicare perchè e per quale aspetto il comportamento sociale dei protagonisti era inadeguato ed assurdo, a dire in qulae modo semplice ed adeguato il problema poteva essere risolto
Risate e gran divertimento per tutti soprattutto con la pellicola di Stanlio ed Ollio, tranne che per Stefania. Stanlio, col collo incastrato nell'albero di una barca a vela, si libera faticosamente da sè utilizzando una sega, mettendo apparentemente a repentaglio la propria incolumità. Naturalmente la gag si risolve felicemente per Stanlio, meno per Ollio che, quando l'albero maestro cade, viene scaraventato in acqua.
La situazione comica e paradossale di Stanlio che rischia di segarsi il collo e il conseguente bagno di Ollio ha provocato in Stefania una reazione di spavento. Il suo commento alla scena è stato: "Quello è uno stupido. Ho avuto paura, me ne vado" ed a Stefania è stato consentito di allontanarsi dall'aula. Quello che per tutti era stato fonte di divertimento per lei diventava motivo di ansia e di angoscia.
- Giochi finali collettivi e saluto
LEZIONE N. 9
Temi principali:
feedback delle lezioni precedenti
preparazione e partecipazione ad una festa in casa di ospiti

Svolgimento della lezione
- Arrivo al Centro ed accoglimento secondo la routine consolidata
*1 - In aula: "Come è andata durante l'ultimo mese?" - "Quali abilità sociali abbiamo usato?"
*1 - Racconto di situazioni sociali in cui si sono espressi emozioni e sentimenti
*2 - Conversazione su tema "Partecipazione ad una festa" (ragazzo/educatore)
*2 - Traccia strutturata di conversazione:
- conoscere il significato di festa
- parlare di feste cui si è partecipato
- cosa piace di una festa e cosa non piace
- cosa si fa ad una festa
- per stare bene e divertirsi ad una festa cosa fare
- come si organizza una festa e qual è un compito gradito che ognuno potrebbe svolgere
*3 - Conversazione collettiva sul tema ed attribuzione dei compiti
*3 -Role play di gruppo: "Saluto alla padrona di casa, presentarsi all'ospite"
- Come si aiuta la padrona di casa, attribuzione delle incombenze: preparare gli snacks, friggere le patatine, curare il fuoco nel camino, tagliare il salame, mettere la musica
- Conversazione "Cosa si può fare durante la festa cui siamo stati invitati"
*4 - Partenza, in autobus, per la casa in cui siamo stati invitati
*5 - Alla festa
*5 - Saluto alla padrona di casa e presentazioni
- Preparazione della festa secondo i compiti prescelti
- Merenda e conversazione a tavola
- Proiezione di diapositive scattate durante i corso, commenti sull'esperienza vissuta
- Gioco collettivo
- Congedo dalla padrona di casa
Un momento particolarmente piacevole durante la festa l'abbiamo vissuto con la proiezione delle diapositive. I ragazzi hanno commentato le immagini, si sono ricordati delle circostanze in cui erano state scattate. Abbiamo riso assieme specialmente quando Vlado ha avuto difficoltà nel riconoscersi ed ha esclamato, dopo che gli era stata fatta notare la distrazione:"Ah già, sono io!" dandosi una pacca sulla fronte.
*6 - Ritorno al Centro. In aula.
*6 - Commenti sulla festa

*7 - Consegna degli attestati di frequenza al Corso e saluto finale

 

 

 
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