- introduzione
- 1. La prima confusione:le differenze epistemologiche
- 2. Confusioni all'interno del gruppo degli interventi psicoeducativi
- 3. Differenze di "scuola" all'interno degli approcci
psicoeducativi
- 4. L'intervento psicoeducativo moderno
- 5. La realtà dell'intervento psicoeducativo oggi
in Italia
- 6. Conclusioni
- 7. Bibliografia
Quanto sopra scritto vuole dimostrare l'inutilità e l'arretratezza delle discussioni su quale è il miglior approccio, se la scelta è tra diversi aspetti, diversi filoni di intervento psicoeducativo. Queste discussioni, queste mode sono solo il frutto di scarsa informazione che nel nostro paese è particolarmente forte per quanto riguarda l'educazione e la psicologia di orientamento pragmatico, scientifico. Attenzione! La diffusione di informazioni che propagandano diversi filoni psicoeducativi in contrasto uno contro gli altri, ha un effetto devastante nel ritardare, bloccare, inibire lo sviluppo di risorse competenti e aggiornate, e l'organizzazione di servizi, siano essi privati o pubblici, che possano arrivare a fornire un intervento psicoeducativo moderno a un vasto numero di bambini, con sicurezza, padronanza, flessibilità, accumulando esperienza ed elaborando creative variazioni. Non appena una organizzazione comincia a cercare di formare il suo personale nell'intervento psicoeducativo, finirà probabilmente per sceglierne una interpretazione, che si porrà in qualche punto delle scelte nelle varie dimensioni sopra illustrate: si orienterà più verso Schopler, o più verso Lovaas, o più verso un approccio interattivo, o prediligerà un modello evolutivo-comportamentale. Sappiamo quanto nel nostro paese questo è ancora costoso, e quanto questa organizzazione avrà bisogno,in questa fase, di sostegno, di dialogo costruttivo, di confronto leale. Immancabilmente cominceranno ad arrivare voci che questo o quest'altro è "superato", richieste di praticare altri metodi, fughe in direzione di nuove aspettative. Il risultato è che mai nessuna organizzazione arriva a un livello adeguato di esperienza, competenza, flessibilità, tale da poter verificare risultati, riscontrare punti di forza e di debolezza nel suo intervento, discriminare per quale tipo di bambino ha risultati e per quali no. E divenire quindi pronta ad introdurre nuovi elementi, di solito mutuati da colleghi che, pur all'interno dell'approccio psicoeducativo, hanno percorso e sperimentato altre strade.
Questa è una vera tragedia, se aggiungiamo a questo quadro altri tre fattori: