laboratorio psicoeducativo laboratorio psicoeducativo

La scelta dell'intervento terapeutico per l'autismo o altri Disturbi Pervasivi dello Sviluppo: confusioni, differenze e linee guida

Enrico Micheli


Indice

- introduzione
- 1. La prima confusione:le differenze epistemologiche
- 2. Confusioni all'interno del gruppo degli interventi psicoeducativi
- 3. Differenze di "scuola" all'interno degli approcci psicoeducativi
- 4. L'intervento psicoeducativo moderno
- 5. La realtà dell'intervento psicoeducativo oggi in Italia
- 6. Conclusioni
- 7. Bibliografia

 

5. La realtà dell'intervento psicoeducativo oggi in Italia

Quanto sopra scritto vuole dimostrare l'inutilità e l'arretratezza delle discussioni su quale è il miglior approccio, se la scelta è tra diversi aspetti, diversi filoni di intervento psicoeducativo. Queste discussioni, queste mode sono solo il frutto di scarsa informazione che nel nostro paese è particolarmente forte per quanto riguarda l'educazione e la psicologia di orientamento pragmatico, scientifico. Attenzione! La diffusione di informazioni che propagandano diversi filoni psicoeducativi in contrasto uno contro gli altri, ha un effetto devastante nel ritardare, bloccare, inibire lo sviluppo di risorse competenti e aggiornate, e l'organizzazione di servizi, siano essi privati o pubblici, che possano arrivare a fornire un intervento psicoeducativo moderno a un vasto numero di bambini, con sicurezza, padronanza, flessibilità, accumulando esperienza ed elaborando creative variazioni. Non appena una organizzazione comincia a cercare di formare il suo personale nell'intervento psicoeducativo, finirà probabilmente per sceglierne una interpretazione, che si porrà in qualche punto delle scelte nelle varie dimensioni sopra illustrate: si orienterà più verso Schopler, o più verso Lovaas, o più verso un approccio interattivo, o prediligerà un modello evolutivo-comportamentale. Sappiamo quanto nel nostro paese questo è ancora costoso, e quanto questa organizzazione avrà bisogno,in questa fase, di sostegno, di dialogo costruttivo, di confronto leale. Immancabilmente cominceranno ad arrivare voci che questo o quest'altro è "superato", richieste di praticare altri metodi, fughe in direzione di nuove aspettative. Il risultato è che mai nessuna organizzazione arriva a un livello adeguato di esperienza, competenza, flessibilità, tale da poter verificare risultati, riscontrare punti di forza e di debolezza nel suo intervento, discriminare per quale tipo di bambino ha risultati e per quali no. E divenire quindi pronta ad introdurre nuovi elementi, di solito mutuati da colleghi che, pur all'interno dell'approccio psicoeducativo, hanno percorso e sperimentato altre strade.

Questa è una vera tragedia, se aggiungiamo a questo quadro altri tre fattori:

  • La permanenza in vastissimi, maggioritari settori dei servizi sociosanitari ed educativi di convinzioni e "incompetenze" legate a modelli obsoleti dell'educazione, della terapia e delle conoscenze sull'autismo; la fatica a crescere delle organizzazioni psicoeducative ne convalida la permanenza, ne legittima l'esistenza. In concreto questo significa che la maggioranza dei bambini autistici del paese non trovano riferimenti aggiornati nei servizi; perdono tempo, e le famiglie si riverseranno sul mercato in cerca di soluzioni, già deluse, e quindi facilmente disorientate
  • La crescita di approcci fantasiosi e "new age" o "fai da te", risposta ancora arretrata alla disperazione indotta dal quadro sopra descritto
  • Il paradosso psicoeducativo: i bambini, adolescenti autistici frequentano per un elevatissimo numero di ore, sufficiente per definire intensivo un intervento, una costosa struttura educativa: la scuola! C'è personale specializzato, classi, materiale,, occasioni uniche per esercitare abilità acquisite e per imparare in ambiente naturale, con coetanei normali! Tutto sprecato da una organizzazione assurda, insegnanti che cambiano continuamente, bambini costretti a svolgere attività a livelli non collegati neanche lontanamente alle loro reali abilità, confusione, nessun adattamento alle caratteristiche dell'autismo… una situazione in cui è difficile discernere quanto bene e quanto danno venga prodotto… la mancata crescita di competenze psicoeducative sicure ed efficaci impedisce la possibilità che questa organizzazione in crisi possa trovare una sponda culturale di riferimento per avere una spinta verso un cambiamento, che, se non avverrà, significherà la fine del modello italiano.

 

ricerca nel sito con:
google
iscriviti alla newsletter
iscrizione
cancellazione
articoli