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Integrazione e educazione: due diritti in contrasto?

di Enrico Micheli
(Estratto da AUTISMO e disturbi dello sviluppo Vol. 2, n. 2 maggio 2204
Edizioni Erickson Trento, che ringraziamo per la gentile concessione)


Indice

- sommario
- introduzione
- Conoscenze scientifiche sull'autismo e sul trattamento: una responsabilità
- L'intervento educativo nella sfera scolastica
- La valutazione delle abilità del soggetto autistico
- La programmazione delle attività educative
- Organizzazione al servizio degli aspetti tecnici
- Il problema dell'integrazione
- Integrazione: aspetti tecnici
- Conclusioni: verso una riforma
- Bibliografia

 

Sommario

Le conoscenze sull'autismo sono aumentate e oggi possiamo riferirci a linee guida che enfatizzano il ruolo dell'educazione e che indicano alcuni «standard».

Nel nostro Paese, il bambino con autismo è affidato per questa essenziale parte del trattamento alla scuola. L'educazione, quindi, dovrebbe svolgersi in un ambiente non segregato, e l'integrazione dovrebbe essere un valore da perseguire con l'azione educativa e l'adattamento dell'ambiente. Purtroppo l'organizzazione di questo intervento nella scuola è tale da impedire lo svolgimento di una attività educativa difficile e ciò rende vana la speranza di poter educare il bambino con autismo a quelle abilità necessarie per integrarsi con i compagni. Una riforma di questa organizzazione è quindi necessaria per trasformare in realtà il diritto dei bambini autistici a un'educazione all'interno della scuola di tutti.

Introduzione

Anni di esperienza nel campo del trattamento delle difficoltà dello spettro autistico impongono di considerare con attenzione la situazione allarmante di un Paese che, pur facendo molti progressi nel campo, affida quello che è considerato il principale trattamento dell'autismo, l'educazione, a una organizzazione che rende l'educazione stessa aleatoria. Ho la convinzione dell'urgente necessità che tutte le persone coinvolte a vario titolo in questa impresa, finalizzata a migliorare la qualità della vita di bambini che crescono con le difficoltà dell'autismo, esprimano chiaramente la necessità di un cambiamento. Perciò la lettura di un recente editoriale di «Psichiatria dell'infanzia dell'adolescenza» (Levi, 2003), che ancora nasconde la testa sotto la sabbia senza indicare con chiarezza i reali punti deboli del sistema attuale, mi spinge intervenire con questo lavoro di riflessione. Che intende:

  1. presentare alcune conoscenze scientifiche, che ormai possediamo, sul trattamento e l'educazione del bambino con autismo;
  2. sostenere che l'attuale organizzazione dell'integrazione scolastica impedisce la completa applicazione di queste possibilità;
  3. riflettere su quali siano i cambiamenti necessari nell'organizzazione per avvicinare la realtà attuale ai livelli di qualità possibili e quindi necessari;
  4. mostrare come questi cambiamenti risolverebbero il falso dilemma di valori tra educazione e integrazione, rendendo quindi più realistica la possibilità di perseguire con successo anche il valore dell'integrazione.

 

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