- sommario
- introduzione
- Conoscenze scientifiche sull'autismo e sul trattamento:
una responsabilità
- L'intervento educativo nella sfera scolastica
- La valutazione delle abilità del soggetto
autistico
- La programmazione delle attività educative
- Organizzazione al servizio degli aspetti tecnici
- Il problema dell'integrazione
- Integrazione: aspetti tecnici
- Conclusioni: verso una riforma
- Bibliografia
Così come abbiamo attentamente valutato le abilità del bambino per costruire il suo programma individuale, valuteremo anche le abilità di entrare in contatto sociale con adulti e bambini. Così individueremo quale prossimità sociale tollera, se gioca in modo parallelo o cooperativo, se risponde a stimoli sociali, se ha iniziativa sociale, se ha comportamenti che interferiscono con le sue possibilità di fare esperienze con altri (Olley, 1986). Una volta valutate, avremo un'idea di quali abilità il ragazzo possiede e quali sono emergenti e possono essere insegnate. La prima attenzione necessaria si collega agli aspetti organizzativi prima trattati: la precisa strutturazione di spazi, tempi, materiali, compiti, può facilitare i contatti e la condivisione di attività tra diversi ragazzi autistici e tra ragazzi autistici e coetanei normodotati. Un altro strumento è poi quello di costruire training individuali o di gruppo per insegnare le abilità sociali emergenti. Ricordiamo che anche le attività sociali necessarie per l'integrazione fanno parte di un percorso e, quindi, possono essere oggetto della costruzione di un curriculum. Esattamente come si può costruire un curriculum per quanto riguarda la matematica si può costruire un curriculum di abilità sociali, necessarie all'integrazione, utilizzabile per bambini con disabilità di tipo autistico. Ecco alcuni passi per esemplificare un possibile curriculum:
La necessità di una programmazione razionale e attenta dell'integrazione tra bambini autistici e coetanei normodotati è resa ancora più importante dalla conferma scientifica della sua utilità nel settore delle abilità sociali. Infatti recenti rassegne sull'argomento (Rogers, 2000) hanno messo in evidenza che, tra i fattori che permettono il successo di training di abilità sociali, c'è proprio la possibilità di svolgere questo training utilizzando il contatto, pensato e strutturato, con coetanei a sviluppo normale.