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Integrazione e educazione: due diritti in contrasto?

di Enrico Micheli
(Estratto da AUTISMO e disturbi dello sviluppo Vol. 2, n. 2 maggio 2204
Edizioni Erickson Trento, che ringraziamo per la gentile concessione)


Indice

- sommario
- introduzione
- Conoscenze scientifiche sull'autismo e sul trattamento: una responsabilità
- L'intervento educativo nella sfera scolastica
- La valutazione delle abilità del soggetto autistico
- La programmazione delle attività educative
- Organizzazione al servizio degli aspetti tecnici
- Il problema dell'integrazione
- Integrazione: aspetti tecnici
- Conclusioni: verso una riforma
- Bibliografia

 

Organizzazione al servizio degli aspetti tecnici

L'educazione speciale, l'impresa di educare, bambini in difficoltà alle abilità necessarie per ridurre le loro difficoltà e affrontare una vita di qualità richiede un'organizzazione adeguata. Tempi, ambienti, materiali, personale, tutto deve essere organizzato e scelto in modo da rispondere allo scopo.

Tempi adeguati non significa affatto tempi più ridotti! Il problema non è che i bambini con problemi si stancano di più e che quindi devono lavorare meno, avere un tempo scuola minore; in realtà è vero il contrario: hanno bisogno di lavorare con l'educatore di più di un bambino normodotato, ma con un'organizzazione delle attività e dei tempi diversa. E con diversi bisogni relazionali e motivazionali. Se per esempio un bambino a sviluppo regolare può fare un'ora di matematica, probabilmente un ragazzino con autismo potrebbe richiedere in quell'ora di fare quattro diverse attività, e un altro bambino ancora, in quelle quattro diverse attività, dovrà fare, per ognuna, venti diversi giochi o esercizi. I tempi dell'insegnamento vanno quindi organizzati in modo individualizzato. Gli spazi andranno attrezzati appositamente: è indispensabile che l'ambiente che ha il compito di educare questi bambini allestisca spazi specificamente pensati per loro e adatti alle diverse attività da svolgere, con l'attenzione a facilitare con l'organizzazione degli spazi l'apprendimento e a rendere meno probabili problemi di comportamento (ad esempio spazi silenziosi, privi di stimoli distraenti, lontani da te o vie di fuga, ecc.). E anche il personale deve essere esperto. Bambini che hanno bisogno di uno specifico, preciso e raffinato intervento vanno affidati a persone che siano in grado di compiere precisi, specifici, raffinati interventi. A questo punto ci possiamo chiedere con chiarezza quanto del personale dei servizi sanitari, scolastici, e sociali, sia personale esperto per fare queste cose. Se lo è, non si capisce come mai le cose funzionino così male; se non lo è, dobbiamo porci il problema di come darci da fare per renderlo tale. Le abilità educative si imparano, non solo dai corsi di formazione, ma anche confrontandosi con un maestro, un maestro che si vede mentre lavora. Una persona diventa esperta se può seguire e imparare da un'altra persona esperta. Non basta imparare quello che si sa, bisogna imparare come si fa. Questo è un problema enorme, dobbiamo riconoscere che le possibilità di diventare esperti per gli insegnanti cui affidiamo i bambini autistici sono scarse. Infatti una buona organizzazione richiederebbe che un gruppo di bambini con problemi simili venga affidato a un team di insegnanti in cui venga appositamente messo a capo un insegnante già preparato, che ha già avuto buoni risultati con bambini simili; e che gli altri, meno esperti, siano messi in condizione di imparare da chi è più esperto.

Di fatto occorre sottolineare negativamente che l'insegnante di sostegno che dovrà lavorare con un bambino autistico non riceve un'istruzione specifica sulle abilità necessarie per insegnare a persone autistiche. Il bambino passa giorni se non mesi con insegnanti precari, che non hanno ancora un posto definitivo. Frequentemente l'insegnante cambia ogni anno, quindi non può maturare un'esperienza specifica; spesso non ha una esperienza con la disabilità, ma se ce l'ha è sempre con tipi di disabilità diverse. Il tempo di lavoro segue i ritmi della classe normale, anche se il bambino fa attività diverse. Gli insegnanti non hanno riferimento a persone esperte che possano insegnargli a lavorare con bambini autistici. L'affidare bambini a insegnanti segue regole che non dipendono affatto dall'esperienza dell'insegnante o dal tipo di difficoltà del bambino. Quando c'è una persona esperta, non ha cuna possibilità di indirizzare e guidare i colleghi.

 

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