- sommario
- introduzione
- Conoscenze scientifiche sull'autismo e sul trattamento:
una responsabilità
- L'intervento educativo nella sfera scolastica
- La valutazione delle abilità del soggetto
autistico
- La programmazione delle attività educative
- Organizzazione al servizio degli aspetti tecnici
- Il problema dell'integrazione
- Integrazione: aspetti tecnici
- Conclusioni: verso una riforma
- Bibliografia
Per strutturare adeguatamente il programma di intervento per un bambino autistico, per prima cosa bisogna valutare quali sono le abilità di partenza di questo bambino, e bisogna farlo abbastanza rapidamente, in modo da organizzare velocemente un progetto completo, e individuare le attività utili a raggiungere gli obiettivi. Se questo non viene fatto, il bambino non potrà ricevere l'insegnamento cui ha diritto; se viene fatto in tempi lunghi, l'intervento non sarà né intensivo (perché molto tempo sarà trascorso senza attività mirate) né precoce. Il bambino potrebbe ricevere questa valutazione prima de l'ingresso a scuola, o almeno nei primi giorni di scuola. È ovvio, quindi, che le persone a cui il bambino è affidato per l'intervento educativo dovranno conoscere e saper usare strumenti formali di valutazione delle abilità (Schopler et al., 1990; Mesibov et al., 1988; Sanford e Zelman, 1984; Kiernan e Jones, 1984; Ianes, 1984). Dovranno disporre anche di strumenti per valutare le abilità scolastiche; strumenti per valutare le abilità di relazione e le abilità sociali (Xaiz e Micheli, 2001; McGinnis et al., 1986). Inoltre avranno l'«occhio» per capire, quando sottopongono un compito a un determinato bambino, se quel bambino ha le capacità per farlo, se le ha emergenti oppure addirittura non le ha e quindi bisogna proporre compiti più semplici, più facili, più alla sua portata. Dovranno quindi avere capacità e pratica nella costante «valutazione informale» delle abilità necessarie per svolgere un compito a determinate condizioni. La relazione tra una adeguata e realistica valutazione delle abilità e il controllo dei comportamenti dannosi e disturbanti è ben nota; così come è ben nota la relazione diretta tra adeguatezza delle difficoltà e complessità del compito e la possibilità di una buona relazione tra il bambino autistico e gli altri.
Nella realtà empirica emergono molte problematiche. Nei casi migliori i primi mesi dell'anno scolastico passano senza che l'insegnante abbia un quadro preciso e utilizzabile delle abilità del bambino, nei casi peggiori tutto il suo percorso scolastico. Il bambino è di solito sopravvalutato, e le attività a lui proposte sono spesso al di là delle sue capacità, con un processo da parte dell'insegnante che procede per tentativi e errori e che è frustrante sia per il bambino che per l'insegnante, e che sarebbe in gran parte evitabile con l'uso di strumenti di valutazione. Raramente l'insegnante cui è affidato un bambino ha le conoscenze, la capacità e l'esperienza per effettuare valide valutazioni.